mercoledì 18 febbraio 2009

L'importanza del "work-flow" : 3° parte


3) Sviluppo file RAW

Il file RAW di per sè è inutilizzabile dagli usuali strumenti di visualizzazione (essenzialmente video e stampanti RGB). I file RGB hanno tre valori corrispondenti ai valori di luminosita' dei tre canali primari Red Green Blue; i file RAW invece riportono per ogni pixel una singola informazione di luminosità: in base al filtro colorato che ricopre ogni fotodiodo tale informazioni sarà riferità ad uno dei tre colori primari (chi non conosce il funzionamento dei Color Filter Array può far riferimento alla relativa voce di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Raw_(fotografia) ). La ricostrazione dei colori reali avviene tramite demosaicizzazione (una sorta di "interpolazione cromatica"): questo lavoro viene eseguito da programmi appositamente istruiti su specifiche dei produttori del sensore: ogni sensore (in pratica ogni macchina digitale) ha un suo particolare modo di scomporre i colori, ogni programma ha a sua volta un suo particolare modo di ricostruire i colori RGB del file RAW.

Ne consegue che la scelta dello "sviluppatore" influenzerà in maniera notevole il risultato finale.

Questi programmi svolgono, nel mondo della fotografia digitale, una funzione simile a quella svolta dai prodotti chimici nella vecchia camera oscura: optando per uno sviluppatore o l'altro, scegliendo la carta di stampa, variando i tempi di sviluppo della pellicola, di posa e di sviluppo del cartoncino baritato si potevano ottenere immagini con luminosità, contrasto e grana drasticamente diversi pur partendo dalla stessa pellicola di base.

Ad ogni macchina digitale in grado di registrare file RAW il produttore allega un software specifico che permette di interpretare il file RAW, effettuare delle modifiche globali e salvare l'immagine come file rgb (usualmente in JPG o in TIF). Questi programmi possono essere semplicistici o più raffinati: alcuni esempi sono Canon DPP o Nikon Capture NX. Esistono poi programmi di produttori terzi dotati di caratteristiche sofisticate che permettono non solo di personalizzare parametricamente l'esposizione, il contrasto, la cromaticità dell'immagine ma anche di intervenire correggendone difetti dovuti alla qualità del sensore o dell'ottica: noise, distorsione, aberrazione cromatica, vignettatura, ecc. I programmi più conosciuti e diffusi sono CameraRaw della Creative Suite di Adobe (in pratica un plug-in di Photoshop), Capture One di Phase One, Adobe Lightroom, DxO Optics, ecc.

Tutti questi programmi sono in grado di produrre ottime interpretazioni dei file RAW, la scelta è solo una questione di gusti e di funzionalità che più soddisfano le proprie esigenze. La cosa importante è che tali software permettono l'elaborazione in batch delle immagini; in pratica se abbiamo una serie di foto con identiche caratteristiche di esposizione ma che differiscono solo per dettagli nell'inquadratura possiamo settare le migliori impostazioni per la prima immagine della serie quindi applicare tali impostazioni a tutte le altre: il risparmio in termini di tempo è ovviamente enorme. Non essendo le modifiche ai file RAW definitive (possono essere tranquillamente riconfigurati in seguito), se necessario, dopo la modifica in batch, si può passare ad una correzione fine foto per foto: il grosso del lavoro è però già stato fatto in automatico.

Una volta effettuate le regolazioni ottimali sulle immagini prescelte (ricordiamo: quelle con rating maggiore) possiamo esportarle (sempre con una comoda funzione batch) in formato jpg qualità massima, profilo colore sRGB, 8bit profondità colore. Se invece necessitano di ulteriori modifiche (essenzialmente fotoritocco bitmap, per esempio eliminare tracce di polvere, loghi, elementi di disturbo oppure per applicare filtri sofisticati) dovremo salvare l'immagine in formato TIF 16bit, meglio con profilo colore ProPhotoRGB oppure AdobeRGB.

A questo punto apriremo il file TIF ottenuto con Photoshop per le operazioni di fotoritocco necessarie.

(fine 3° parte - Continua)