domenica 14 dicembre 2008

sRGB vs. Adobe RGB vs. ProPhoto RGB

Al momento di salvare in formato jpg le nostre magnifiche fotografie potremmo chiederci: ma quale spazio colore è meglio utilizzare? Per chi non lo sapesse lo "spazio colore" è il profilo (il c.d ICC Profile) che individua la gamma di colori presenti nell'immagine. Esistono vari profili che si differenziano per l'estensione (tonale e in luminosità) della gamma di colori riprodotta: il più diffuso e compatibile è il profilo sRGB. Se però preferiamo ampliare la gamma di verdi (in particolare quelli scuri), ciano ed arancioni chiari allora affidiamoci ad Adobe RGB. ProPhoto RGB è un'ulteriore estensione di Adobe RGB. Domanda: ma allora perchè non utilizzare sempre ProPhoto RGB o Adobe RGB? Le motivazioni sono diverse. In primo luogo la scelta dell'output. Ogni immagine deve essere fruita attraverso un mezzo che la riproduce: essenzialmente o una stampa o a video. La maggior parte delle stampanti e dei video gestiscono una gamma colori non molto più ampia di quella offerta da sRGB; se mandiamo in stampa o visualizziamo a video una foto in Adobe RGB rischiamo di ottenere un'immagine dai colori diversi da quelli voluti. In particolare a video sono pochi i programmi che sanno "interpretare" i diversi spazi colori e riprodurli correttamente; potete fare un esperimento salvando con Photoshop la stessa immagine prima in sRGB e poi una copia in Adobe RGB. Un comune browser mostrerà la prima foto come vista in Photoshop, la seconda avrà invece colori (leggermente) diversi, purtroppo spesso meno vividi, più piatti. Ecco perchè molti fotografi (pur conoscendo i vantaggi dei profili Adobe e ProPhoto) continuano a salvare le immagini da vendere sui siti di microstock con lo spazio colore sRGB: semplicemente sono più attraenti! Alcuni, molto professionalmente a mio avviso, salvano le immagini con profilo Adobe, evidenziando il fatto e sottolineando che tale profilo permette più possibilità di personalizzazione dell'immagine da parte del grafico che la utilizzerà. Ma si sa: microstock è un supermercato delle foto pronte all'uso, a volte non si ha voglia e tempo di perdersi in dettagli del genere... Per chi vuole approfondire rimando ad un interessante articolo della sempre completissima Cambridgeincolour.


mercoledì 3 dicembre 2008

Video Stock - Parte 2°

(continua dalla parte 1°)

Esattamente come per le immagini fisse anche per i video sono richieste delle precise specifiche tecniche e qualitative. Le immagini devono avere determinati formati video (es. DV PAL/NTSC, HD720p o 1080p/i), essere salvate con determinati codec e a livelli di compressione adeguati, frame rate rientranti in una gamma limitata (usualmente 24 /30 fps), audio non compresso a 44 khz (o in alternativa in mute). Per ottemperare a queste specifiche dovremo utilizzare videocamere dedicate (dimenticate filmini fatti con le compatte o, peggio, con i cellulari) eventualmente HD. Recentemente sono state presentate sul mercato due nuove DSRL con capacità video: la Nikon D90 (filmati HD720p) e la Canon 5D MkII (HD1080p). Al momento in cui scrivo non sono ancora entrati in stock video creati con queste due macchine, quindi non possiamo dare un giudizio definitivo sulla loro validità. Dai primi test comunque sembra che la Nikon offra una buona qualità ma anche qualche difetto (vedi vari forum sull'argomento) mentre i video della Canon si annunciano di qualità stupefacente.

Ovviamente anche per i video gli "inspectors" si attendono una qualità di composizione dell'immagine tale da poter essere inserita nello stock; è comunque vero che l'archivio video conta ancora "solo" qualche centinaio di migliaia di footages anzichè milioni di file come per le fotografie, ne deriva che le maglie della rete sono, per ora, ben più larghe. Attenzione: stesso discorso vale per i model release: se un essere umano è riconoscibili nel video dovrà essere fornito il relativo model release. Anche i vari loghi non dovranno apparire: se però con le foto è facile (con una passata di photoshop) eliminare ogni traccia di quel caratteristico "baffo" che accompagna molte scarpe sportive, ben più difficile è la stessa opera con un filmato che contiene 30 immagini al secondo...



lunedì 1 dicembre 2008

Video Stock - Parte 1°

Un'altra buona opportunità per chi volesse impegnarsi nel settore video sono la vendita di footage. Si tratta di brevi spezzoni video (dai 5 sec. fino al minuto) che possono contenere immagini in movimento di qualsiasi genere. Il concetto è simile al mercato delle foto di stock, in questo caso le immagini sono sostituite dai video. Quali agenzie permettono la distribuzione di footages? Per ora sono Shutterstock, iStock e più recentemente Stockxpert. SS (questa l'acronimo più diffuso nel mondo dei forum anglosassoni dedicati all'argomento per indicare Shutterstock) segue il suo principio della vendita su abbonamento; IS invece continua con la vendita on-demand. Chi è la clientela? Usualmente web-developers che necessitano di brevi filmati tematici per introduzioni, oppure agenzie pubblicitarie per i loro banner multimediali, oppure video-maker per stralci di breve durata da inserire in progetti più complessi o chiunque necessiti di immagini in movimento specifiche ma per cui il tempo e/o l'impegno economico sono punti critici. Immaginate per esempio di essere incaricati da una ditta di attrezzature agricole di preparare un filmato da utilizzare per la fiera che si aprirà fra tre giorni; la ditta vi passa le immagini delle macchine in opera nei campi ed i video della catena di montaggio, voi vi siete occupati direttamente di effettuare le riprese durante l'intervista al presidente ed all'ingegnere progettista. Il regista vuole però concludere la presentazione con l'immagine di spighe mature accarezzate dal vento, a simboleggiare il frutto derivante dalla qualità tecnica delle macchine agricole da promuovere. Ma è un tardo pomeriggio di inizio dicembre, di campi di grano nemmeno l'ombra, non si trovano in archivio immagini soddisfacenti... basta allora connettersi ad internet ed effettuare una ricerca sulle citate agenzie microstock: in poco tempo, e per pochi dollari, sarà possibile scaricare video adatti al nostro scopo, per esempio questo. I ritorni? Se la foto di stock è ormai un settore maturo, il video-stock è ancora nella sua piena giovinezza. Le opportunità esistono, in particolare se si riescono ad individuare nicchie non ancora opportunamente coperte. I volumi sono più bassi ma i prezzi a cui vengono venduti i footages sono considerevolmente più elevati rispetto alle immagini fisse. (continua)

domenica 30 novembre 2008

Nuove pietre miliari per microstock

Procedendo al ritmo di oltre 50.000 nuove fotografie alla settimana Shutterstock ha superato i 5 milioni di immagini on line (solo pochi anni fa un 1 milione sembravano un'enormità), Dreamstime e iStock hanno quasi contemporaneamente varcato l'importante soglia dei 4 milioni. E' evidente che il numero di contributori è aumentato notevolmente ed anche di coloro che offrono una produzione quantitativamente più elevata. E' una sfida per i fotografi storici (che devono lavorare sempre di più per mantenere almeno costanti i propri ritorni) ma anche un'opportunità per tutti coloro che approcciono solo ora il settore; insomma microstock non significa rendite da posizione ma continuo lavoro ed aggiornamento.